
Arriviamo con questo quarto punto a un qualcosa che io personalmente adoro nella narrazione: la simmetria.
Io quando vedo una simmetria ben fatta, vado in brodo di giuggiole e non capisco più niente.
La simmetria perfetta ovviamente la racchiudono i grandi personaggi della letteratura.
Achille e Ulisse ad esempio, che sono due personaggi identici e contrari. Uno istinto primordiale, non umano, al di là delle logiche umane, e uno raziocinio, fin troppo umano e pura logica. Ma Achille è soprattutto simmetrico con Patroclo. Perché per ogni personaggio fuori dalla logica umana ci deve essere un personaggio accanto che lo riporta coi piedi per terra. Infatti Achab e Sarbuck in “Moby Dick” compiono a distanza di secoli lo stesso discorso. E sono la ragione per cui Moby Dick è un’opera eccezionale.
Una cosa che penso è che ogni personaggio di un racconto è doppleganger dell’autore stesso, che alla maniera di David Bowie con le sue maschere diventa uno nessuno e centomila. Perciò quando un personaggio rappresenta un qualcosa, come nel caso di Peter Pan il non voler crescere, ci deve essere dall’altra parte un personaggio che rappresenta ciò che lui non è, come Capitan Uncino e il non voler morire. Ma anche uno che rappresenti ciò che lui non è in chiave positiva, come Wendy. Per questo quel testo è tanto perfetto.
Anche libri mediocrissimi riescono a salvarsi grazie a una buona simmetria.
La saga di “Twilight” ha potuto campare per quattro libri grazie a una simmetria perfetta come quella tra Jacob e Edward. Quella tra licantropo, figura legata folkloristicamente parlando alla vita e alla natura, contrapposta al vampiro legato al buio e alla morte. L’uomo caldo che ti sta sempre addosso, geloso, che potrebbe anche sfigurarti (come fa Sam con Emily) contrapposto a quello freddo che non sembra desiderarti fisicamente, decadente e intelligente. Una simmetria davvero mal sfruttata, ogni volta che ci ripenso mi dico “che peccato!”.
“Persone Normali” di Sally Rooney aveva una grande forza in questo. Sapeva ribaltare le situazioni. Proponeva due soli personaggi ovviamente simmetrici, una ragazza impopolare di buona famiglia e un ragazzo popolare di pessima famiglia. Poi nel corso della storia le situazioni si ribaltavano, bilanciando tutto alla perfezione. La grande forza di un romanzo così semplice è stata proprio quella simmetria perfetta e quella asimmetria perfetta.
La saga di “Harry Potter” aveva costruito una grande simmetria tra Harry e il suo nemico Lord Voldemort. Entrambi orfani maltrattati, entrambi esuli politici che si nascondono nel welfare che nel mondo magico funziona. Harry è un personaggio caldo, rabbioso spesso, amorevole ed empatico, mentre Voldemort è freddo e anaffettivo. Le loro madri sono speculari, una amata dalla famiglia in quanto strega, forte e indipendente, l’altra rifiutata dalla famiglia in quanto considerata maganò, debole e anche instabile mentalmente. Tra le simmetrie minori della stessa saga abbiamo quella meravigliosa tra Hermione e Luna. Due personaggi opposti e contrari, una razionale, insicura e coi piedi per terra laddove l’altra è irrazionale, sicura e fluttua a mezz’aria con l’espressione di perenne sorpresa. Tuttavia la Rowling con Harry Potter sbagliò una simmetria clamorosa, ovvero quella con Draco Malfoy. Non è un caso se la sua simmetria con Harry, quella di nemico codardo, sia stata interpretata dai fan come qualcosa di involontariamente romantico. Quella storia come storia romantica funzionava davvero bene, anche per via del fatto che la storia romantica principale con Ginny non funzionava così bene. Perché con Ginny non funzionava la simmetria.
Altro esempio eclatante di Shadow and Bone di simmetria sbagliata è quella tra Darlking e Alina. Il buio e la luce che creano una coppia perfetta. Ma mal sfruttata. Il triangolo di Twilight si ripropone, ma senza saper inserire un secondo Mal, davvero efficace. Forse per questo la coppia preferita è diventata Darklina, perché la loro simmetria funzionava meglio.
La trilogia di “Captive Prince” fa della sua forza la simmetria tra i protagonisti. Simmetria necessaria per costruire il romance, secondo me, che spiega anche il grande successo di Sarah J. Maas che sa indubbiamente gestire le simmetrie.
Vedi la coppia Nesta e Cassian, dove una donna fredda, cattiva, algida incontra un uomo caldo, alla mano e fondamentalmente bonaccione.
Tornando a Captive Prince, la simmetria è costruita magistralmente tra i due protagonisti. Anche qui abbiamo il caldo e il freddo. L’istintivo e il celebrale. Anche cromaticamente e fisicamente sono speculari, opposti e contrari.
Un maestro di simmetrie era il buon vecchio George R.R. Martin nei primi libri, dove tutti i suoi personaggi erano speculari. I fratelli Stark Robb e Jon, uno legittimo l’altro bastardo, opposti e contrari, profondamente legati. Arya e Sansa ovviamente, che si rafforzavano a vicenda e che con la lontananza hanno perso tutto. Ma anche gli amici Robert e Ned, e ancora le madri opposte Catelyn e Cersei. Jaime è genialmente speculare a Ned e a suo fratello Tyrion e per questo è un personaggio così forte. Anche se devo dire che la mia simmetria preferita è quella tra Cersei e Brienne. Una cattiva quanto bellissima, l’altra buona quanto brutta. La scelta geniale di Martin è stata quella di associarle entrambe allo stesso potente personaggio di Jaime per mostrare come la loro influenza su di lui sia diversa. Quando Martin ha perso questa capacità di tratteggiare simmetrie, secondo me nei libri quattro e cinque, si è perso tra i suoi stessi personaggi.
Perché?
Perché la simmetria serve a rendere una storia bilanciata e coerente. E’ la scialuppa di salvataggio quando la trama annaspa e rischia di perdersi.
Credo che il suggerimento che posso fare per gli scrittori è quello di cercare le simmetrie nei testi che leggiamo e prendere da loro il meglio.
Perché quando un autore sbaglia una simmetria, allora sono guai.
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