Torno ancora una volta a parlare del padre del romanzo italiano. Con cui ho questo rapporto di amore e odio che va avanti dai tempi del liceo, se non addirittura da prima.
In realtà dei “Promessi Sposi” io ho conosciuto prima le parodie che l’effettiva versione reale. Per capirci, la versione a fumetti di Topolino è stato il mio primo approccio.
Gentilmente offerta dal Corriere della Sera.
Indubbiamente la grandezza di Manzoni sta nel resto anche nel fatto che ha creato un canone. Nel bene. E nel male.
Ora.
Una grande massima della poetica di Manzoni è che un’opera letteraria deve avere il vero per soggetto, l’utile per scopo e l’interessante per mezzo.
Questo canone è il canone che ha portato al ristagno culturale e filosofico della nostra letteratura. Che è bloccata nei soliti noiosi schemi. Che prende sul serio un certo tipo di romanzo.
Manzoni scrive il primo grande romanzo in italiano. Sa quello che sta facendo. Lavora metà della sua vita a quel romanzo. Sa di essere un genio. Sa di stabilire dei canoni. E lo fa da figlio del suo mondo, creando come già detto una morale davvero soverchiante, personaggi femminili scritti con profonda misoginia e un pessimismo di fondo davvero sconcertante.
Ma la cosa peggiore è che ancora oggi guardiamo a Manzoni come il modello del romanzo.
In Italia infatti un romanzo se non è verosimile, non è serio. Un romanzo se non è utile, non è importante. Se non racconta una storia interessante nel senso di vera perché potrebbe fare scalpore sui giornali, non vale la pena di essere letto. Così facendo si è persa diversità. In Italia ormai si pubblica solo di commissari e altri commissari, di epopee storiche, di fatti di cronaca.
Apriti cielo se cerchi un personaggio femminile diverso dalla moglie o dalla strega.
Elena Ferrante è stata la prima a scrivere la voce di donna con onestà, e per questo ha ottenuto tanti consensi. Perché è andata a compensare un vuoto. Scrivendo anche in maniera più moderna, senza quelle descrizioni tanto odiose.
Per questo dico che Manzoni ha fatto dei danni. E’ stato la pietra d’angolo che ha costruito la casa.
Il frutto della nostra società certo.
Ma gli idealisti come me pensano che una forma di romanzo diversa sia possibile.
Non deve trattarsi per forza di letteratura di genere. Però di qualcosa che non sia né perfetto né solenne.
Insomma qualcosa che porti a cestinare una volta per tutte Manzoni.
Che ormai ha fatto il suo tempo.
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