“Stranizza” di Valerio La Martire

Qualche anno fa è uscito un film di Gus Van Sant che io adoro che si chiama “Restless” tradotto in italiano completamente a caso “L’amore che resta”. Un film che raccontava la storia d’amore tragico dovuta al fatto che la ragazza amata aveva solo tre mesi di vita. Film che passò un po’ in sordina e nel dimenticatoio perché in seguito c’era stato “Colpa delle Stelle” che aveva monopolizzato questo tipo di storia, rendendola anche un po’ superficiale e banale.

“Stranizza” è un libro con una storia simile. Abbiamo già sentito storie simili più mainstream ambientate in Italia e subito si cade nel paragone con “Chiamami col Tuo Nome” visto il grande successo del libro e del film di quest’ultima storia.

Ci sono gli amanti avversi alle stelle, il contesto italiano provinciale, l’amore tragico.

Tutte cose già sentite e questo potrebbe far pensare a un libro pieno di cliché del suo genere. Tuttavia esattamente come “Restless” sa fare con un sentiero già battuto un racconto decisamente appassionato e profondo.

La storia si ispira a un fatto di cronaca realmente accaduto, dove due ragazzi gay negli anni 80 sono stati uccisi col movente dell’omofobia. Un fatto che fece anche risvegliare l’opinione pubblica sul tema dell’omofobia che era una prassi comune che tutti praticavano in quegli anni.

Il bello del libro è che riesce a essere delicato e profondo. A delineare bene il contesto culturale, la realtà provinciale e pettegola, anche crudele che vede nella città una via di fuga che non esiste. Per chi poi come me è cresciuto in un contesto provinciale, è di grande impatto perché ci ho riconosciuto nei personaggi di contorno tipi umani di persone del mio passato. Le frasi omofobe e crudeli, sono cose che purtroppo ho sentito anche io e ho trovato questo tipo di realismo davvero efficace.

I due sfortunati amanti, Nino e Marco, forse rimangono più deboli rispetto al contesto. Marco funziona come personaggio con la sua indole ribelle quasi punk rispetto al contesto che lo circonda. In realtà il problema è Nino che non è particolarmente ben delineato.
Ho trovato più delineato e interessante il personaggio di Turi che forse meritava più approfondimento. Anche perché la sua meschinità mi ha in realtà incuriosito e lo rende un personaggio interessante che va cambiato.

Altro difetto è il primo bacio. Lo dico sempre agli scrittori che i primi baci sono importanti e sono le scene forse più difficili da scrivere. Capisco anche che non era facile perché oltre al problema della scena in sé i personaggi hanno molto più insicurezze rispetto a una qualsiasi altra coppia. Non temono solo di non essere corrisposti ma anche di essere scoperti e giudicati. Non è un brutto bacio ma poteva essere molto più bello e poteva essere una grandissima scena e ho visto invece tanto potenziale non colto.

Al netto di questi difetti che ho appena elencato è un libro che ti immerge nell’atmosfera, ti fa sentire il calore della Sicilia, del paese e del sole sulla pelle. E’ bello perché è come se il lettore si trovasse lì e personalmente l’ho sentito molto vicino dato che mi ha ricordato la mia adolescenza e come se io fossi stata una di quelle persone che ascoltano i commenti cattivi della gente.

La “Stranizza” dell’amore è messa in scena in molte forme. In una società maschile e maschilista che conosciamo penso tutti troppo bene, dove i rapporti con le donne sono quasi sempre irrispettosi e prevaricatori e dove l’amore invece disinteressato è paritario e generoso.

Ho amato anche il fatto che abbia saputo esprimere la sessualità in maniera genuina e senza mai feticizzare il rapporto come si fa adesso troppo spesso con le coppie omosessuali per via del retaggio dalla fanfiction. Ho amato il fatto che la tragedia finale venga raggiunta alla perfezione con un climax ascendente che però non si diverte mai a mostrare il sangue e la violenza. Non si mandano i protagonisti al mattatoio, ma verso un futuro immaginario che poi non arriverà. Un futuro di gioia e luminoso però. Il finale è sempre difficile da scrivere in ogni libro ma in questo caso era davvero ostico perché era già scritto dalla tragedia premessa e ancora una volta “Stranizza” non cade nella banalità.

Non è facile del resto scrivere una storia semplice senza mai cadere nella banalità.
E’ un libro semplice che però non è mai scontato. Sa distinguersi in mezzo a molte storie simili proprio per la grande profondità che ha dato a questa storia così difficile e dolorosa.

E poi mi ha fatto scoprire la bellissima canzone di Battiato “Stranizza d’Amuri”

11 risposte a ““Stranizza” di Valerio La Martire”

  1. Rieccomi! Tra i film di Gus Van Sant spacca anche Will Hunting – Genio ribelle: l’hai visto?

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  2. non so perke ma la tua intro mi ha fatto pensare a I passi dell’amore, A walk to remember
    lo conosci?

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    1. Di nome sì ma non l’ho mai letto

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      1. io ho visto il film
        tante lacrime

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      2. Anche con questo libro ci si commuove

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  3. Un film bellissimo. Non so se, dopo averlo visto, riuscirò a desiderare il libro. Penso che dovrei.

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    1. Il film non l’ho visto invece

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  4. Colpa delle Stelle è un libro/film che non apprezzo per niente perché fa leva più sulla malattia che effettivamente sui personaggi e la loro storia. Hai citato un film di Gus Van Sant veramente bello, poco conosciuto ma con una delicatezza incredibile e piena di umanità e lo stesso posso dire per La Stranizza. Alla fine l’importante non è l’originalità ma il modo con cui una storia viene raccontata e qui non solo si fa attenzione a certe tematiche sociali di grande importanza ma si costruiscono anche dei personaggi incredibilmente umani, pieni di difetti e pregi e che si arriva ad amare profondamente.

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    1. Sì colpa delle stelle aveva proprio quel difetto. Sono contenta che hai visto il film di Gus Van Sant.

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      1. Dovrei parlarne un giorno. Meritava parecchio.

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