Andersen e la parabola dell’esiliato

Hans Christian Andersen è stato un grande genio. Ci ha insegnato a disimparare tutto quello che sappiamo delle fiabe. Ossia che sono racconti popolari narrati attorno al fuoco, che solo successivamente sono stati messi per iscritto. Andersen no, Andersen è un autore. Ma le sue fiabe comunque sono diventate universali.
Perché spesso erano le storie della sua vita.
Come il Brutto Anatroccolo. La storia di un esilio fondamentalmente. Perché le fiabe di Andersen non sono profonde e oscure come quelle dei Grimm o peggio ancora di Basile. Le fiabe di Andersen sono malinconiche e solitarie. Sono le storie di qualcuno che non ha trovato posto nella società. Il Brutto Anatroccolo è il suo capolavoro. Appartenente a un’altra specie, scivolato in un nido d’anatra per sbaglio, il Brutto Anatroccolo subisce bullismo e viene deriso. La madre non è abbastanza forte per difenderlo, così lui deve andarsene e viaggiare, finché non compie una rivelazione. Non subisce metamorfosi, semplicemente si riappropria del proprio io.

Gli esiliati perché diversi saranno sempre nel cuore di Andersen. Anche nel Soldatino di Stagno o in Mignolina/Pollicina Andersen seguirà la storia di emarginati perché diversi, costretti a un viaggio loro malgrado. Tra amore infelice e odio da parte di altri.
Il Brutto Anatroccolo non riesce mai a trovare un luogo in cui stare, è sempre inadeguato. Non è anatra tra le anatre. Una donna gli da ospitalità sperando faccia le uova, ma lui è un maschio, nuota in un lago che poi si ghiaccia senza lasciargli più un posto dove stare. Infine quando si specchia e riconosce di essere un cigno, si volta con distacco ripensando alla vita passata. Non sappiamo se ha sviluppato empatia per il trattamento subito, o se cercherà per tutta la vita di soffocare quella parte di se che è stata emarginata, rinnegandola.
Non sappiamo se l’anatroccolo sarà felice. Però almeno ha ritrovato sè stesso, il che non è poco.

9 risposte a “Andersen e la parabola dell’esiliato”

  1. Andersen è il mio autore di fiabe preferito. La mia prima fiaba l’ho scritta ispirandomi ad una delle sue.

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  2. Leggiti il racconto fantastico “L’Ombra” ambientato a Napoli… dove vivo…. 🙂 Grazie nuova amica per il segui che ho con piacere ricambiato 🙂

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    1. Con piacere, e grazie a te!

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      1. 🙂 anche tu ami la notte vedo ….zona di mezzo dove la percezione rallenta e si altera 😉

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  3. Molte persone sottovalutano la profondità di queste opere, non rendendosi conto del perché siano diventate universalmente famose. Andersen era un uomo eccezionale, un vero e propri autore che creava degli scritti pieni di empatia e messaggi interessanti. La sua malinconia è palpabile e molto di quello che scriveva nel libro era emozioni che lui stesso aveva provato. Almeno sono felice che le sue opere siano così amate.

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    1. Sapeva comunicare. E molte delle sue soluzioni narrative e del suo genio favolistico sono rimaste in vita nelle nostre storie di tutti i giorni. Senza “Il Soldatino di Stagno” non penso avremmo mai avuto Toy Story

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