
La terza legge di Sanderson è una legge che secondo me molti autori fantasy ignorano perché non hanno la capacità di rispettarla. Per chi non lo sapesse, Sanderson è colui che ha teorizzato le leggi della magia, la terza secondo me è la più difficile e la più importante “Espandi quello che già hai prima di aggiungere qualcosa di nuovo”. Gli autori fantasy pensano che questo significhi aumentare di quantità gli elementi inseriti. Invece è semplicemente strutturare meglio quello che hai in modo da dargli più complessità.
Per questo dico che il secondo libro di una saga è il più difficile da scrivere. Perché si ritrova ad ampliare qualcosa che magari non era pensato per essere ampliato. Il rischio è da una parte di implodere, di non ampliare abbastanza rendendo la saga troppo rattrappita, come è successo con “Hell Bent” della “Nona Casa”. L’altro rischio è quello di esplodere, aggiungere mille cose, forse troppe, creando casino.
Vi parlo di questo perché nella saga della “Fiamma Azzurra”, libro che avevo recensito qui https://libriitaliani.wordpress.com/2022/11/30/perche-leggere-la-fiamma-azzurra/ e che avevo molto apprezzato. Tuttavia avevo delle perplessità perché era molto difficile ampliare un universo già ampio e caotico. Il risultato di questo secondo libro, “Il Vortice Nero” è stato davvero ottimo invece perché riesce a bilanciare tutto ampliando più i personaggi che l’universo.
L’universo rimane coerente e complesso senza enormi voli pindarici, mentre i personaggi che erano più degli stereotipi simpatici nel primo libro, diventano più sfaccettati.
A partire da Kalena che da ragazza tsundere un po’ stereotipata che diventa molto più simpatica e sfaccettata. Ma ho apprezzato tanto anche Benny il folletto smemorato che è secondo me un personaggio semplicemente delizioso. Ho apprezzato Jake soprattutto nella prima parte, la rappresentazione del bullismo senza pietismo ma con brutale onestà e il desiderio di un viaggio nel fantastico che permetta di andare via.
Ho apprezzato come sono stati introdotti i cattivi della storia e come sono stati fatti interagire coi personaggi e anche il tono scanzonato che alleggerisce sempre un racconto che non è mai epico ma solo decostruttivo dell’epica.
Le scene d’azione sono molto buone, per chi è fan dell’azione perché come sapete a me dell’azione importa davvero poco, però la battaglia finale è davvero una delle meglio fatte che abbia letto negli ultimi anni.
Insomma “Il Vortice Nero”, secondo libro di una quadrilogia che è stato diviso in due parti che sto qui recensendo insieme, è davvero un libro molto valido. Divertente quanto basta e profondo quando deve.
Ovviamente non è privo di difetti. Talvolta risulta un po’ caotico ma nel complesso non ho evidenziato particolari difetti che sono imperdonabili. Forse nel voler dire tante cose rischia di lasciare un po’ il tempo che trova, di avere pochi passaggi particolarmente memorabili. Ma nonostante questo difetto non toglie la voglia di leggere il finale della saga che poco non è.
E’ particolare ma è anche squisitamente pop. E come nota di merito, non vedo l’ora di leggere come prosegue e si conclude questa avventura.
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