
Apollo è il limite. Nell’Iliade è chiaro, Apollo è il dio che rappresenta ciò che l’uomo non potrà mai essere. Né deve in alcun modo cercare di sfidare. E’ l’irraggiungibile, infatti è lui che difende una città che non si riesce in alcun modo a conquistare.
Questo limite per chi lo varca, è origine di sofferenza e dannazione.
E’ curioso che a varcare questo limite sacro, sia proprio il figlio di Apollo, Asclepio. Ossia l’uomo rappresentato dalla costellazione. Semidio anomalo, come Bacco. Sua madre tradì Apollo mentre era incinta di suo figlio, così Apollo la uccise, ma salvò il bambino dalla morte. Come Bacco perciò ha una parte umana molto più debole rispetto a quella di altri semidei. E Asclepio diventa perciò nemico giurato della morte. La sua parte umana muore con sua madre, rendendolo più di un semidio, ma il dio della medicina. Però si spinge troppo oltre, laddove non è concesso, resuscitando morti. Così Zeus preoccupato che quel limite che separa umani e dei venga varcato, lo fulminò.
In mitologia Zeus non ha grande simpatia per gli uomini. Li odia, ce l’ha sempre con loro, così come odia il suo creatore. La morte serve a fargli esercitare un potere su di loro. Ma Asclepio la viola.
Così deve morire.
Ma Apollo si oppone, perciò viene anche riportato in vita. La sua costellazione nel cielo è simbolo di guarigione. Il serpente che gli sta attorno cambia pelle tutte le stagioni, è perciò un simbolo di rinascita. Il serpente alla morte di Glauco, figlio di Minosse, si presenta ad Asclepio e gli mostra la via per resuscitare i morti con un’ erba magica. Ma sconfiggere la morte è male. Non è giusto né naturale. Allora torna il limite. Posto alla capacità di guarigione. Come è giusto che sia.
Chi è nato tra il 30 Novembre e il 17 Dicembre è Ofiuco. Non è un vero Sagittario.
Nello Zodiaco questa costellazione fu tolta, ma nella realtà i segni zodiacali sono tredici, e non dodici. Fu sacrificata perché i mesi erano dodici, per fare maggior simmetria. Peccato. Aveva uno dei miti più belli.
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