
Il Capricorno è il simbolo di tutti quelli che sono dei gran testoni. Di quelli che fanno alla fine sempre ciò che vogliono fare.
La sua origine è abbastanza confusa, del resto come quella di tutti i segni che della seconda parte dello zodiaco. Segni adottivi di altre culture come quella sumera, oppure semplicemente molto vaghi, come quello della Vergine.
Penso in molti sappiano che Zeus, figlio più giovane di Rea e di Crono, per sfuggire al padre che temeva di essere da lui spodestato, fu nascosto appena nato dalla madre su un’isola. Svezzato da una capra, al posto che dalla regina, questa capra dovrebbe rappresentare il capricorno.
Il mito di Zeus in guerra con il padre, è un mito molto interessante, ma tuttavia non penso sia questa la capra del Capricorno.
Piuttosto il Capricorno dovrebbe rappresentare il dio Pan, intento a nascondersi durante la guerra con i Titani.
Pan è un dio molto particolare perché ha aspetto mostruoso, ha le zampe di capra. E’ uno dei pochi dii a essere un ibrido. Questo perché rappresenta selva e foresta, irrazionalità e solitudine, è il dio associato alla masturbazione infatti.
Durante la Titanomachi, la battaglia con i Titani, gli dei si nascondono trasformandosi in animali. Pan si nasconde trasformandosi in capra, ma poi sceglie di nascondersi in acqua e si trasforma in pesce, tuttavia la parte che emerge dall’acqua rimane capra. Questo ibrido è il capricorno.
Ibrido in cui Pan rimane intrappolato, perché non sapendo scegliere, diventa una cosa mostruosa che non è ne l’una ne l’altra.
Un po’ come Ermafrodito, figlio di Ermes e Afrodite che per unirsi alla sua amata si fonde con lei, diventando due cose e nessuna di esse.
Era importante per i greci conoscere se stessi, comprendere la propria identità. Soprattutto scegliere un’identità. Bisogna tenere in conto Pan, il dio ibrido primordiale, noi tutti abbiamo molte parti di noi stessi che dobbiamo accettare.
Ma è importante anche scegliere a un certo punto della propria vita cosa si vuole essere. Senza rinnegare quella parte di sé, ma l’età adulta prevede anche l’abbandono della forma molteplice.
Si parla sempre di bambini come esseri asessuati quasi, che acquistano consapevolezza della propria identità di genere con la crescita. Ecco, chi si blocca e non sceglie, si ferma in mezzo all’incrocio e non è niente. Come il Capricorno. Che non è unione di elementi ma un errore di valutazione.
Monito che Zeus mette per gli uomini in cielo.
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