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Le donne della Terra di Mezzo e le donne di Narnia

Come già affrontato in questo articolo https://libriitaliani.wordpress.com/2022/02/21/la-misoginia-allinterno-delle-cronache-di-narnia/, Le Cronache di Narnia hanno un problema di misoginia alle spalle grosso come una casa.
Come tutti penso sapranno, Tolkien e Lewis erano contemporanei e amici. Avevano due idee di fantasy molto diverse. Tolkien si ispirava alla mitologia norrena, ed era più adulto ed epico. Mentre Lewis si ispirava alla mitologia greca e preferiva una narrazione più semplice e per bambini. Entrambi erano credenti e infatti in entrambi troviamo riferimenti alla Bibbia e alla religione rivelata.

Entrambi hanno un problema con le donne.
Tolkien non è mai stato accusato di misoginia come Lewis, anche perché non ha mai scritto delle frasi del tipo “Vi stupisce la donna fosse cattiva? A me no”.
Tuttavia penso sia innegabile che i personaggi femminili nella saga siano decisamente poco numerosi. Complessi, certo, ben strutturati, certo, ma pochi. L’avventura è un’avventura prevalentemente maschile. Poi abbiamo la donna politica Galadriel, una Madonna che intercede per la salvezza, abbiamo la donna innamorata Arwen presente solo nel suo ruolo di sposa e la donna amazzone Eowyn. Sono figure che hanno poco spazio, paragonate all’avventura maschile decisamente preponderante. Sono figure moderne, invecchiate bene, ma la rappresentanza è molto poca.
Per contro Lewis, molto più misogino, è un autore in cui la presenza femminile è moltissima. Anche il fatto di aver inserito come villain principali tutte donne, per me è positivo. Perché significa che la donna non è solo bella, buona e angelo. Gli autori maschi hanno un po’ questo difetto, del vedere la donna come una creatura superiore e incontaminata. Quando in realtà una donna può essere anche stronza, egoista o cattiva come la strega bianca. L’idealizzazione è il grosso problema dei personaggi di Tolkien. I personaggi femminili in Lewis sono tantissimi, partecipano attivamente alla vita politica e combattono. Persino Lucy che detesto ha una sua utilità, non se ne sta ferma lì a piagnucolare.

Abbiamo La Strega Bianca che io reputo un villain meraviglioso. Abbiamo Polly, Aravis, Jill Pole. Oltre alle protagoniste principali Lucy e Susan, numerose quanto i maschi.

Perciò, Lewis è davvero il cattivo di questa storia?
Ripeto, sicuramente era misogino. Ma almeno rappresentava. In Tolkien invece abbiamo una rappresentanza davvero risicata, circoscritta ad alcuni topoi dell’epica cavalleresca e mitologica. Se pensiamo ad Arwen è la gentil dama da sposare un giorno. Eowyn è una Pentesilea amazzone, una Clorinda della Gerusalemme Liberata, la sua sofferenza la lenisce combattendo e poi alla fine viene ferita e rinsavisce sposandosi e diventando una moglie anche lei. Galadriel è saggia ma appare anche lei per poco ed è solo evocazione. La storia è quella di Frodo e dei suoi amici maschi. Le donne se ne stanno un po’ ai margini.
In Narnia invece quantomeno sono protagoniste.

In ogni caso si tratta di due opere profondamente diverse. Tolkien ha avuto giustamente più successo. Non che Narnia non fosse bello, ma secondo me non ha saputo costruire un canone produttivo. Tolkien invece è stato anche troppo produttivo, tutti poi si sono ispirati a lui. Tant’è che nell’epic fantasy tuttora le donne ci sono poco e se ci sono sono mal scritte.

Voi cosa ne pensate in ogni caso?
E’ meglio rappresentare poco niente una donna, o farlo anche con misoginia ma proponendo mille modelli diversi?

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25 risposte a “Le donne della Terra di Mezzo e le donne di Narnia”

  1. Non ho letto nulla di Narnia, ho giusto visto qualche film e non conta.
    Signore degli anelli, sono a trilogia, Hobbit e una fetta di Silmarillion (mai finito, troppo pesante come esposizione).
    Non so se sia meglio avere tante rappresentazioni ripugnanti di qualcosa o poche ma straordinarie. Forse valuterei caso per caso.
    Di Tolkien mi piace sicuramente Galadriel, che evitando la tentazione dell’Unico ha scelto di essere la migliore versione di sé, e adoro Eowyn perché ha scelto di non fare la bella statuina, ottenendo pure dei risultati niente male, collaborando con non ricordo chi contro un signor nazgul.
    Se penso a Narnia, mi viene in mente solo la strega bianca, che nel film aveva un certo carisma (scritta bene o merito dell’attrice?) mentre le ragazzine coprotagoniste non mi sono rimaste impresse. Buone ma dimenticabili.
    Ma non avendo letto il libro…

    Detto ciò, la mia opinione è che stai rappresentando male una categoria se ogni individuo, o quasi, è in buona misura negativo.
    Se crei un certo numero di individui di quella categoria e li fai abbastanza variegati (con varie sfumature di moralità, intelligenza e competenza, possibilmente anche in modo non monolitico, visto che nessuno è costantemente il miglior sé stesso possibile) probabilmente stai creando delle rappresentazioni dignitose.
    In generale, andrei a vedere come chi scrive gestisce queste figure nell’intera produzione, o almeno in una porzione di opere molto vicine tra loro, come stesura: non è esattamente un metodo infallibile o scientifico, ma può dare un’idea dell’eventuale presenza di pregiudizi forti sui membri di quella categoria. Forse.

    Certo, se poi fuori dalla storia un autore o un’autrice dice o scrive porcate sulla categoria discussa, emergono i pregiudizi a prescindere 😅

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    1. Direi che oggettivamente Tolkien è superiore i tutto a Lewis

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  2. Analisi interessante.
    Conosco Lewis solo dalle trasposizioni (quindi non conta) e ho apprezzato questo focus sui personaggi femminili, anche perché spesso in quello che scrivo sono al centro, come protagoniste.
    Rimango scettico sull’idea di attualizzare il tema ed estrapolarlo dal corretto momento storico, anzi, in realtà a volte mi fa proprio paura: sa di politically correct e, i maestri americani dell’argomento, stanno cercando di cambiare la storia eliminando le “brutture”; certi libri e film sono al momento solo additati come “cose brutte”, ma non esludo che in futuro verranno gettati sul rogo.
    In quest’ottica, dare a Lewis e Tolkien dei misogini, così come tutto quello che è stato detto contro la Rowling, rischia di far “giudicare” l’opera con il pregiuzio sull’autore… e questo è scorretto, politicamente o meno. 😉

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    1. No , però un ‘opera può avere connotati oggettivi. La misoginia è dilagante pure nell’Orlando Furioso, è una caratteristica oggettiva, ciò non significa che non sia un’ opera valida. Penso sia in ogni caso costruttivo evidenziare questo modo di trattare le don e nel fantasy.

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  3. Ottima nalisi e domanda molto interessante, quella alla fine. Ammetto che delle cronache di Narnia ho letto solo il primo libro e non vi ho trovato questa “misoginia”, perché l’ho trovata davvero una fiaba per bambini in quanto la strega era cattiva proprio in quanto strega (e tra le varie Biancaneve e Doroty del Mago do Oz la strega è una figura abbastanza nota). Riguardo al fantasy, ammetto che io sono parecchio fan de “Le cronache di Dragonlance”, in cui molti dei protagonisti principali sono donne, sia buone che malvagie, quindi credo che l’impasse creato da Tolkien possa essere superato. Come scrittore cerco sempre di ispirarmi a donne reali che conosco, per veitare di idealizzarle troppo e di renderle degli archetipi come la donna angelo o la strega, ma rappresentandole come esseri umani. Poi non è detto che ci riesca, ma almeno ci provo!

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    1. Si secondo me l’idealizzazione fa tanti danni quanti l’indifferenza.

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      1. Verissimo. Da quel punto di vista Tolkien ha fatto tanti danni quanti ne ha fatti Dante. La donna angelo, idealizzata è sempre l’opzione da evitare. Voto Lewis, per quanto inferiore come storia preferisco la rappresentazione. Misoginia ma almeno ci sono e sono più reali.

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      2. Credo si possa riconoscere comunque la loro genialità seppur con questa presa di coscienza del resto.

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  4. Bellissime queste analisi 🙂

    Credo che questi tipi di storie più che rappresentare personaggi che possano aderire ad un modello reale e verosimili, mostrino dei personaggi che sono simboli “puri” e semplificati di attitudini umane (alcune buone, altre cattive).

    Anche il personaggio maschile e quello femminile, più che essere modelli del Maschio e modelli della Femmina, siano “spiriti” che possono essere incarnati da ambo i sessi.

    Ad esempio, Frodo è il simbolo del coraggio che vince sulla paura e il simbolo dell’umiltà che è l’unica in grado di portare il peso di una grande responsabilità.
    Questo non è qualcosa del Maschio, ma anche della Femmina.

    Quasi certamente questa analisi non era nelle intenzioni di Tolkien e Lewis 🙂
    Tuttavia, per i motivi sopra citati, preferisco l’approccio di Tolkien

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    1. Si però diciamo che il protagonismo in Tolkien è prettamente maschile.

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  5. Premetto che, come altri che hanno commentato, non ho letto Le Cronache di Narnia, anche se mi piacerebbe farlo (e poi ho trovato uno di quei volumoni con tutta la saga e mi prudono le mani dalla voglia di farlo mio). Non credo che la quantità compensi mai la qualità: se mi riempi la storia di personaggi femminili, ma sono per la maggior parte dei villain, secondo me è un problema più grave che averne pochi.
    Come hai scritto non credo che la scelta di Tolkien sia stata dettata da misoginia: si rifà all’epica medievale, che era un genere prettamente maschile in cui i personaggi femminili sono pochi e generalmente costretti nei ruoli in cui le rappresenta anche lui; avrebbe potuto introdurre l’elemento “strega”, nel solco di Morgana o della Dama del Lago, ma in un certo senso Galadriel ricopre anche questo ruolo.
    Più grave mi sembra la scelta di Lewis, che privo delle “costrizioni” in cui si è mosso Tolkien avrebbe potuto diversificare moltissimo i suoi personaggi e ha scelto di non farlo.

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    1. Delle cronache di Narnia puoi anche leggere in libro o due alla fine so o storie abbastanza conclusive.

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  6. io ho letto entrambi e di entrambi non ho grandi ricordi
    ecco, di lewis ho apprezzato solo le storie trasposte a film ma sai che ce ne stanno molto altre!

    caleel su yt ha parlato del topic se ti va

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    1. Eh vabbe i gusti sono gusti. Seguivo caleel ma questo video mi manca

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  7. Almeno possiamo dire che Tolkien ha provato a essere molto più moderno di Lewis. Le donne nel mondo di Lewis sono tremendamente noiose e le uniche che riuscivano a colpirmi erano i vallian. In Tolkien almeno si provava a dare più rilievo alle figure femminile. Certamente è una storia scritta nei suoi tempi, dove la misoginia era più ampia, ma dal mio punto di vista ha cercato essere aperto di mente.

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    1. Sì, però diciamo che la storia di Tolkien è una storia prettamente maschile, la Compagnia dell’Anello è un club di soli uomini. Mentre sebbene Lewis sia più misognino, ha dato alle donne lo stesso spazio degli uomini, solitamente sono metà e metà.

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      1. Metà e metà, ma mi è sempre sembrato che avessero un’importanza minore e che, se erano positive, erano più un concetto idealizzato di donne. Tolkien faceva apparire di meno le donne, ma queste ricoprivano dei ruoli chiave.

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      2. Si il leader in Lewis rimaneva il maschio. Come già detto, Le Cronache di Narnia hanno della misogina manifesta riscontrabile lungo tutta la saga.
        Però credo che anche quella di Tolkien fosse una forma di misoginia. Mette le donne su un piedistallo utilizzando il canone narrativo epico. L’amazzone, l’innamorata e la regina. Però di fatto il loro spazio all’interno della saga è molto poco. Tolkien le pone in alto per poi metterle da parte. Alla fine la storia rimane quella di Frodo e dei suoi amici e il re che ritorna è Aragorn.

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  8. bah… me l’ero posta, questa domanda, 20 anni fa… ma è sempre… una domanda poco utile, vista la quantità di personaggi femminili tolkeniani in tutte le sue opere…

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    1. Ma rispetto a quelli maschili però sono decisamente un numero minore

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      1. Vero, purtroppo però in un mondo dove a prevalere è la forza fisica, è così… e il fantasy, anche se colto, non sfugge. Mettici che sono scrittori di 100 anni fa e il gioco è fatto.

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      2. Ma credo in questo caso abbia influenzato molto anche la mentalità dell’epoca. E’ interessante guardarla con gli occhi di oggi.

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  9. Non conosco abbastanza Lewis da esprimere un giudizio, ma il fatto che le cattive siano tutte donne, ed in maniera consapevole, pare, mi porta a credere che sia un po’ lo “specchio” di Tolkien: insieme, rappresentano il pensiero medio del maschio sulla femmina, per cui quest’ultima può essere solo santa o prostituta, nessuna via di mezzo. Ma magari mi sbaglio.

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    1. Lo penso anche io. Credo sia interessante vedere quel tipo di mentalità lì e come sia stata trasposta in queste opere.

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