Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia

Hell Bent – Portale dell’Inferno

Il primo libro della “Nona Casa” non mi aveva convinta.
Lo avevo recensito qui https://libriitaliani.wordpress.com/2022/04/11/la-nona-casa-non-e-un-libro-produttivo/ e avevo criticato personaggi e il fatto che non fosse stato produttivo. Nel senso che non aveva avuto chissà che impatto sulla letteratura di genere.

“Hell Bent” è decisamente un libro migliore. E’ un piacere da leggere, è degno del miglior stile della Bardugo. Sono felice che Leigh Bardugo sia tornata a scrivere a questi livelli. A differenza della “Nona Casa” non è mai noioso e pesante. La “Nona Casa” dava più l’idea di essere uno spin-off sulle origini dei personaggi che un libro in sé.
“Hell Bent” come scrittura è davvero interessante anche se devo dire i difetti di Leigh Bardugo a livello proprio istituzionale e ideologico rimangono per quanto risultino smussati rispetto alle sue opere precedenti.

“Hell Bent” è un libro decisamente migliore della Nona Casa. Ha un’identità più forte ed merge di più il sistema magico anche se rimane l’incapacità di Leigh Bardugo di scrivere scene d’azione che siano fatte con grazia. Gli elementi magici in sé li ho trovati però intriganti e in grado di costruire un’atmosfera interessante. Il problema di produttività lo vedo risolto, l’identità del libro è molto più forte e in grado di lanciare un immaginario che può influenzare positivamente il fantasy.
Tuttavia sebbene “Hell Bent” nel complesso mi sia piaciuto non posso non segnalare alcuni elementi su cui sollevo le maggiori perplessità.

La prima perplessità riguarda i personaggi principali. Abbiamo Darglinton e Alex che sono i classici personaggi bardughiani, che nel primo libro non mi avevano convinto ma che nel secondo libro sono diventati più autonomi e più forti. La scrittura di Darlington che appariva solo nei flashback era stata una scelta infelice, qui la presenza di Darlington è invece significativa. Ma i problemi persistono. Alex non riesce mai a convincermi anche se è decisamente più interessante di Alina Starkov, dalla quale deriva, ma credo il problema di repressione bardughiano rimanga. La Bardugo, ormai è palese, non sa affrontare la sessualità dei suo personaggi, specialmente dei suoi alter-ego. Inej in “Sei di Corvi” funzionava perché il problema della repressione dovuto al trauma era ampiamente spiegato e seguiva quella linea narrativa. Qui si cerca di mostrare una Alex più confidente di sé, ma l’idea fallisce alla base perché il sesso per tutto il libro è accostato all’Inferno e alla dannazione. E non va bene, spesso anche risultando fuori luogo in alcuni passi che cercano di essere estremi ma risultano solo ridicoli (glowstick). Oltretutto l’altro problema di Alex è che dovrebbe portarsi dietro le sue cicatrici come fa ogni personaggio, ma tranne negli episodi in cui viene ricordato il suo passato, ci dimentichiamo dei traumi di Alex. Cioè lei era un continuo abuso nel primo libro ma sembra ricordarsene solo a metà del secondo. L’altro problema è che Leigh Bardugo continua ad amare l’amore come autrice ma mai il sesso. Perciò si lancia in narrazioni di grandi storie romantiche che però non convincono mai. Anche qui propone questo interesse reciproco tra Alex e Darlington che è soprattutto attrazione, ma io come lettrice non riesco a crederle. Alex ha più chimica con qualsiasi altro personaggio che non sia Darlington, forse era anche l’occasione per mettere una storia tra lei e l’amica Hellie e fare una rappresentazione bisessuale che poteva avere un senso a differenza di quella fatta con Nina Zenik. Ma anche qui la Bardugo perde un’occasione.
La ship Darlington e Alex non mi da nessuna emozione. Avrebbero funzionato meglio come amici come tante coppie bardughiane come Mal e Alina o peggio Nikolai e Zoya. Il problema è che manca una vera tensione sessuale tra i due perché ripeto il problema è la repressione che continua a venire fuori dalle pagine di questo libro e dalla poetica della Bardugo che continua a vedere il sesso come malato altrimenti non riesce a vederlo.

Darlington è l’altro grosso problema della storia. E’ un insieme di Kaz e di Nikolai. Come Nikolai in particolare perde sé stesso e deve ritrovarsi. E’ un Nikolai protagonista scritto meglio di King of Scars, il Nikolai che meritavamo. Solamente che appena è in scena si prende tutta la scena come faceva Nikolai rendendo Alex un pallido riflesso. Forse è semplicemente più strutturato come personaggio perché ha un rapporto con i genitori, per quanto anche questo poteva essere sviscerato meglio dando ai genitori un’identità meno anonima. Evidentemente la Bardugo non ha letto Dostoevskij, o visto Neon Genesis Evangelion.

Alex invece ha molto più spazio ed emerge molto meno. A parte che ha catturato la mia personale antipatia da quando ha insultato “Under The Bridge” dei Red Hot Chilli Peppers. Comunque continua a non convincermi come personaggio. Eppure il segreto del personaggio era lì pronto per essere sviscerato: la madre di Alex. In un periodo come questo assistiamo al cambiamento generazionale che c’è tra noi e le nostre madri che si sono subite il peggio del patriarcato. Perché menzionare la madre di Alex così poche volte? Era essenziale per la sua caratterizzazione. E’ una pepita d’oro mal sfruttata.

La cosa che avrebbe dovuto essere centrale è il rapporto tra Alex e sua madre, già troppo sacrificata nella “Nona Casa”. Il rapporto madre figlia in generale è qualcosa che raramente si vede rappresentato. Eppure così centrale in questo passaggio generazionale che stiamo affrontando. La madre è stata luce, è stata Vergine Maria, è stata bella e desiderabile, è stata sessualità repressa, è stata vittima, è stata passiva e la figlia si ritrova in un ruolo attivo. La figlia le si contrappone, non è Vergine Maria, non sta un passo indietro, non è ventre, non è bella, non è luce, ma può e deve essere qualcos’altro. Alex aveva tutte le carte per essere questo: una figlia oscura di una madre di luce, era quella la chiave del suo personaggio. Mentre troppo spesso lei è opaca e finisce col lasciare spazio a un Darlington che si prende la scena. Un Darlington molto più interessante. E il lettore vuole vedere Darlington non Alex e insisto, è un errore di scrittura quando arrivo a chiedermi come lettrice perché il protagonista non era un altro personaggio.

Riuscite a immaginare un Harry Potter in cui il protagonista non è Harry Potter? Non penso.

La debolezza del romanzo sta tutta lì. Peccato perché “Hell Bent” per molte altre cose è interessantissimo e forse il miglior libro di Leigh Bardugo dopo la dilogia di “Sei di Corvi” proprio perché sa trovare una voce anche cattiva a volte, ma una voce forte.

Altro problema del libro sono le scene oniriche che spesso si confondono con quelle reali e non si capisce più niente. Insieme alle scene d’azione che ripeto sono davvero deboli. Ho apprezzato un po’ di più il potere di Alex anche se è una copia del potere di Klaus di “Umbrella Academy”. Non ho apprezzato l’Inferno. Avrei voluto vedere più Inferno. Credo che un altro problema sia la questione della fede.
Non si capisce se questo libro crede in Dio, sicuramente però crede nel diavolo. Solo non ha abbastanza coraggio per affrontarlo a viso aperto così come non si azzarda a scomodare troppo il problema della fede. E non va bene tirarlo in ballo e poi lasciarlo così sullo sfondo. Forse per questo l’Inferno non è così forte come mi aspettavo, perché gli manca la sua invitabile controparte. Mai una volta viene nominato il Paradiso. E i Grigi in tutto ciò? Verranno mai spiegati? Perché io continuo a immaginarli come la versione più seria degli zii di Casper il fantasma. Anche il cattivo che viene proposto alla fine risulta un Darlking che non ci ha creduto più di tanto. Anche se la cosa che mi ha dato più fastidio ripeto è l’associazione che è stata fatta tra Darlington, demone e bassi istinti. La demonizzazione perciò del sesso nel senso letterale del termine, l’idea che un ragazzo che desidera sessualmente una ragazza per cui ha una cotta sia un qualcosa di perverso sinceramente mi sembra sbagliata. Per questo insisto sul fatto che o Leigh Bardugo risolve il suo problema evidente di repressione, o è meglio che scriva di altro e lasci stare le coppie felici. Anche perché nella storia d’amore di questa Madonna oscura che è Alex che deve riportare in vita, partorire nuovamente un Darlington che è morto senza morire, aveva bisogno di più forza. Non puoi basare tutto il tuo romanzo su qualcosa in cui non riesco a credere come lettore. La simpatia tra Alex e Darlington non è sufficiente a giustificare una rinascita e un tipo di legame che viene a crearsi. Legame che vuole ancora una volta il maschio bianco etero cis privilegiato che diventa sottomesso alla femmina che dovrebbe in qualche modo salvare il mondo. Idea che rende così Darlington una specie di gatto obbediente. Il libro è un fallimento dal punto di vista ideologico perché prima viene inserito un rapporto in cui è Alex subordinata e poi il ribaltamento. La parità sembra non essere mai presa in considerazione.

Sono in conflitto dunque sul mio parere definitivo. I punti nevralgici dell’opera non sono stati centrati e questo è molto grave. Però il libro è oggettivamente buono e il mio interesse per la saga è stato rinnovato. Sicuramente leggerò il terzo, il che non è poco. Di solito è molto difficile farmi cambiare idea, perciò in questo Leigh Bardugo ha avuto onore.

Spero solo il volume finale non sia uno sfacelo di libro come suo solito. Staremo a vedere.

Pubblicità

2 risposte a “Hell Bent – Portale dell’Inferno”

  1. Avrà diversi difetti ma, dalle tue parole, si vede una grande miglioria e anche una speranza per l’opera futura.

    Piace a 1 persona

    1. Speriamo ma non ho grandi speranze

      Piace a 1 persona

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un’icona per effettuare l’accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s…

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: