
So che sembro un disco rotto, perché ogni volta che parlo dei romanzi di Dark Zone sono entusiasta.
Però devo dire che fanno davvero ogni volta un lavorone, sia di editing che proprio di produzione. Nel senso che sanno proporre sul mercato delle opere fresche, pop, e al contempo di qualità.
Mi piace la loro idea di fantasy, insomma.
Comunque. Oggi vi parlo della “Fiamma Azzurra” di Daniele Viaroli, primo libro di una quadrilogia.
Si tratta di un’adorabile avventura attraverso uno strambo multiverso.
E’ un po’ un casino da riassumere perché è un caos anche da leggere. Ma un caos piacevole.
Racconta di un ragazzino di nome Jake che da liceale insicuro e un po’ outsider, si ritrova catapultato in un multiverso delirante. Ho trovato le prima cento pagine poco convincenti, ma superate queste, si entra nel vivo dell’avventura.
Si sente tanto Spielberg, quello bambino e giocoso di “Hook”, e un po’ del recente Spielberg fanboy che salva il mondo giocando ai videogame di “Ready Player One”. Potrei dire che si sentono anche registi per ragazzi come George Lucas, Chris Columbus e Robert Zemekis. Ma soprattutto Spielberg per via dell’ironia e della gioia che c’è nell’avventura, che Spielberg metteva anche quando trucidava i nazisti in Indiana Jones.
E’ un libro gioioso. Appassionato. E’ un libro divertente. Un caos creativo in evoluzione.
Il protagonista Jake è un po’ lo stereotipo del ragazzino outsider nel suo mondo. Come lo era Harry Potter nei primi capitoli della Pietra Filosofale. Fino a quando non entra nel mondo fantastico. Ma mi è piaciuta questa cosa che non è un prescelto, e se lo è rimane un prescelto outsider sui generis. Rimane outsider anche nel mondo dell’avventura. Anche perché è fonte di grande effetto comico all’interno della vicenda. La comicità è un altro dei punti chiave.
Kalena invece è la protagonista femminile. All’inizio mi sembrava una tsundere da anime. Un po’ lo stereotipo di ragazza dura fuori ma tenera dentro. L’unica cosa che la contraddistingueva era la sua passione per i motori. Credo la sua grossa debolezza è che all’inizio era davvero difficile identificarsi in lei, a parte quando sclerava o quando rispondeva sarcastica. Sembra come Jake un personaggio derivativo, ma non so di cosa, perciò lo promuovo in originalità. Anche perché la sua evoluzione all’interno del romanzo è abbastanza carina. Anche se secondo me poteva dare di più, visto che comunque era il magico e l’alieno che entra in contatto con l’ordinario e il razionale Jake.
I protagonisti sono loro due. Anche se devo dire è un romanzo più che altro corale. Ho adorato ad esempio il robot Alfred, C3P0 di Star Wars con un tocco di Alfred il maggiordomo. Era davvero adorabile. Si vede che comunque l’impianto è quello da saga dove anche i personaggi minori avranno rilievo più avanti, molti sono stati semplicemente presentati.
I personaggi nel complesso funzionano, anche se si vede che è un esordio e che rimangono troppo grezzi.
La storia riesce a mantenersi però estremamente divertente e spassosa. Avventura pastrocchiata piena di allegria, alla maniera di Spielberg proprio.
Mi piace anche come idea di romanzo squisitamente pop. Un romanzo per ragazzi che non ti fa spegnere però il cervello. Una proposta all’interno della letteratura italiana che sa distinguersi. Mi piace questo genere di letteratura perché sa conciliare qualità senza dimenticarsi di doversi anche vendere.
Anche se avrei preferito più aderenza al contesto italiano, magari con un protagonista col nome italiano e un’ambientazione più riconoscibile all’inizio.
Avrei preferito una parte iniziale più articolata, avrebbe aiutato a capire meglio Jake. Anche perché come caratterizzazione Jake è molto interessante proprio perché può essere un ragazzo di tutti i giorni. Per un lettore avere più dettagli sulla vita di tutti i giorni avrebbe significato maggior identificazione.
Ad ogni modo si vede che è un esordio molto brillante, che consiglio, nonostante alcuni difetti attribuibili comunque a un’opera prima.
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