
[Allerta Spoiler]
La seconda parte della dilogia di Leigh Bardugo scricchiola da qualche parte.
E’ un ottimo libro, ma dei due è quello anche con più difetti.
Ho amato la truffa finale per salvare Kuwei, facendolo passare per morto grazie alla splendida mira di Jesper, anche se è lo stesso identico stratagemma del finale della Stangata, il film con Paul Newman e Robert Redford.
Ho amato l’evoluzione dei personaggi, che non si è interrotta, anzi. Solamente qui Leigh ha fatto qualche errore.
Ad esempio il mutamento del potere di Nina. Totalmente a caso e che si tramuta in un potere abbastanza inutile, rispetto a quello che aveva prima. Che se ne fa di controllare i morti? Boh.
Non funzionano le scene tra Nina e Matthias, troppo forzate, non si capisce perchè questi due non si bacino, alla fine i loro problemi li avevano risolti nel primo libro, il capitolo su quando si baciano finalmente è lungo e ed estenuante. Anche perché mi pare assurdo che una coppia si baci dopo tipo seicento anni che sta insieme. Non perdete il tempo così che non si sa mai a Ketterdam che un giorno ti svegli sotto un cipresso.
Per contrario invece l’evoluzione del rapporto tra Wylan e Jesper è molto più strutturata, da semplice flirt si trasforma in un legame emotivo e complesso, in cui ognuno migliora l’altro. E’ forse uno dei punti più coinvolgenti e funzionanti del romanzo.
C’è una certa evoluzione morale di Kaz, che a un certo punto diventa un po’ sottone per Inej ma vabbè. Tuttavia Kaz in questo libro è troppo infallibile. Non è possibile che questo per ogni piano fallito ne abbia in mente altri trenta. Non è possibile che sia sempre dieci mosse davanti a tutti, la sua genialità non è infallibilità, non dovrebbe esserlo perlomeno.
Molti hanno criticato il doppleganger di Inej predestinato, ma secondo me invece quella parte funziona. Spiega bene la filosofia dell’Unchosen. Anche se didascalica. Alla fine lo avevamo capito fin dal primo libro che tutti loro sono anti-eroi e non predestinati.
Tuttavia per me l’errore più grande è stato uccidere Matthias. Succede a volte che alcune saghe uccidano il personaggio sbagliato. E questo è uno dei casi. Per la stupidità con cui avviene innanzitutto, ossia con uno sparo dato da un ragazzino. Oltre che forzato esteticamente (Matthias è ucciso dal sè stesso del passato) io vorrei dire, questo è sopravvissuto a un combattimento corpo a corpo con diversi lupi e me lo ammazzi per uno sparo? Boh.
Ma al di là della modalità, c’è un problema di organicità dell’opera, proprio per la struttura dei personaggi. Nel gruppo Matthias non è un personaggio centrale, è legato solo a Nina. Avrebbe avuto più senso uccidere Jesper o Inej, che fanno cose più pericolose e si trovano più volte nella situazione adatta. Se proprio la Bardugo ci teneva a uccidere qualcuno.
Nel complesso “Il regno corrotto” è un buon libro, ma inferiore al precedente. Che dimostra un’altra volta come la Bardugo abbia difficoltà a scrivere i finali. Anche se non è di certo lo scempio di “Rovina e Ascesa”. Però peccato perché con poco avrebbe potuto essere perfetto.
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