
“Alice nel Paese delle Meraviglie” è un ritratto della psiche femminile in tutte le sue sfaccettature. La cosa più geniale dell’intera opera è la sua rappresentazione dei mille tipi di femminilità che esistono. L’autore era un uomo che si avventurò nella tana del Bianconiglio più spaventato che affascinato, e fece un ritratto di un mondo caotico e privo di senso.
Nacque tutto da Lewis Carroll che si inventò per caso una fiaba un giorno. La sua ascoltatrice era questa ragazzina, Alice Liddel, ragazzina alla quale Lewis Carroll dedicò il primo libro, da lei tanto richiesto. Senza di lei non avremmo avuto nessuna fantastica opera.

Opera composta di tanti episodi, in cui Alice incontra di volta in volta donne e femmine diverse, con cui costruisce rapporti diversi. La Regina di Cuori, la Regina Rossa, La Regina Bianca, La Duchessa, i Fiori Parlanti…
Sono tutti tipi umani che non comprendono Alice.
Alice è un tipo umano di ragazza outsider. Strana, eccentrica, attaccata all’infanzia e che non comprende la crescita.
Alice infatti si divide da sua sorella alla soglia della pubertà in “Attraverso lo specchio” proprio per questo motivo. Nelle fiabe la sorella o il fratello sono sempre un doppio, un sé che non fu. Se la sorella di Alice è una ragazzina canonica che cresce e si atteggia da adulta, Alice è l’outsider che passa Attraverso lo Specchio e vede le Regine cattive e buone. E’ incomprensibile e incompresa.
Insomma nella vita reale è pieno di ragazze Alice, ragazze così, con il loro mondo a parte, incomprese e insofferenti alle convenzioni sociali. Probabilmente nemmeno le comprendono le convenzioni sociali, è più facile parlare loro attraverso l’immaginazione. Come fece Lewis Carroll al tempo con Alice Liddell. Anche se le Alici di tanto in tanto sanno adattarsi, quando comprendono che per passare da certe porte, devono rimpicciolirsi o allungarsi. Le Regine Bianche questa facoltà non ce l’hanno.
Altre ragazze sono fiori parlanti, belle ed educate e assolutamente incapaci di accettare Alice. Sono superficiali e forti in branco. La vedono come un corpo estraneo che falsamente fingono di accettare, per poi rifiutarlo subito dopo.
Altre ragazze sono chiassose e innocue Regine di Cuori. Sbraitano e sbraitano, ma nessuno viene mai seriamente ferito da loro.
Alcune sono madri incapaci come la Duchessa. Alcune Regine Bianche, eccentriche ed eccezionali, ma inadatte al mondo reale. Le Regine Bianche sono quelle che secondo me nel mondo reale risultano come disadattate. Quelle che non sanno rimpicciolirsi e allungarsi come Alice, ma rimangono a contare dieci cose impossibili prima di fare colazione. Le Regine Rosse sono le peggiori, sono le api regine, apparentemente cordiali ma in realtà letali, altrettanto rare come le Alici. Queste ultime due si scontrano inevitabilmente, se si trovano insieme. Le Regine Rosse sono l’avvertimento di Carroll, se ne vedi una scappa, perché troverà il modo di farti sentire sempre inadeguata.
Infine rimane il dubbio che tutte queste figure siano una stessa donna in momenti diversi della vita.
Del resto la bellezza della fiaba sta anche in questo. Nel fatto che è interpretabile in tanti modi, che nemmeno riesco a immaginare.
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