
Peter Pan è un personaggio che si rifiuta di iniziare e si rifiuta di finire. Barrie lo pensò come qualcosa di eterno, che c’è sempre stato e sempre ci sarà. E anche nel finale, ritornerà sempre. Poi Barrie scrisse le origini di Peter Pan, e scrisse anche un finale tristissimo.
Nelle origini Peter Pan è un bambino scappato via, che si rifiuta di crescere e che vola perché pensa di essere un uccello. Che pensa che sua madre lo aspetterà, e che non riesce a tornare da lei, perché rimanda il ritorno per troppo tempo.
Lei tutte le sere gli lascia la finestra aperta, e Peter rimanda e rimanda convinto che quella finestra rimarrà aperta per sempre. Ma poi quando finalmente si decide a tornare, la finestra è chiusa e la madre ha un nuovo bambino.
In quella metafora tristissima di chi ha perso le sue occasioni, credendo che ci sarebbero state per sempre.
Nelle sue avventure con Wendy Peter Pan la rapisce perché vuole una mamma. O più semplicemente perché è attratto da lei in una maniera più adulta, che non comprende.
Peter Pan è un controsenso vivente. Vorrebbe il potere di un adulto, ma non le sue responsabilità.
Vorrebbe vivere nell’isola che non c’è, ma torna sempre nel mondo per cercare qualcuno che ha perso.
La cosa peggiore è che dimentica sempre tutti. Che trascura sempre tutti. Persino Wendy. A fine libro Peter Pan le aveva promesso di tornare ogni anno per portarla per una settimana nell’Isola che non c’è. Il primo anno torna, poi il secondo Wendy lo aspetta inutilmente. Perché Peter è troppo egocentrico e troppo dimentico. Lei cresce ma comunque continua ad amarlo, forse impara davvero ad amarlo Si aspetta di vederlo arrivare il giorno del suo matrimonio.
Per Wendy è l’amore negato perché lui non ha saputo crescere.
Peter desidera la relazione, ma non vuole cessare di giocare con i suoi amici. Non vuole la responsabilità, preferisce l’Isola che non c’è dove tutte le figure femminili, fate e sirene, lo adorano.
Perduto per sempre nel tempo senza ricordi, è un personaggio immensamente triste. Errante, crudele perché non ha raziocino adulto. Senza cuore perché è troppo piccolo per i sentimenti. Allegro e innocente. Ma mai felice.
Un Peter che si accorge troppo tardi di quello che ha perso, sia di sua madre che di Wendy. Che quando lo realizza, capisce di aver commesso ancora una volta un auto-sabotaggio.
Che si condanna a un’esistenza errante, priva di amici e legami. Priva di qualcosa di reale.
Il lato oscuro della spensieratezza.
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