Dopo aver distrutto classici della letteratura in questo articolohttps://libriitaliani.wordpress.com/2022/05/19/libri-che-detesto/, mi pareva doveroso dover dire qualcosa di bello su altrettanti classici. Mi ha fatto molto piacere in ogni caso che sebbene l’altro articolo criticasse libri amati da molti di voi, i toni siano stati civili nei commenti e abbiate mantenuto un dibattito aperto. Mi piace molto questa piattaforma per questo motivo, raramente vedo gente scannarsi alla maniera dei commenti di Instagram. E i vostri commenti sono sempre non solo interessanti e intelligenti, ma soprattutto educati.
In ogni caso, ecco il mio personale podio di libri che amo.
MOBY DICK di HERMAN MELVILLE:

Moby Dick è stato il libro della mia adolescenza. Lo lessi perché veniva citato nel film “Matilda 6 Mitica”. Avevo una copia a casa in traduzione di Cesare Pavese. E’ un libro molto difficile, pieno di lungaggini e inutili informazioni sulle balene.
Però che storia. Che personaggi. Che trama. Che concetti. C’è una scena che credo di aver imparato a memoria. L’ultimo dialogo tra Achab e Starbuck. Tra il folle e l’uomo giusto. Un libro che contiene un dialogo simile, non può che essere un capolavoro. Moby Dick è la ragione per cui sono tanto esigente come lettrice.
1984 di GEORGE ORWELL:

altro libro che lessi alle medie poco dopo Moby Dick. Libro che mi sconvolse per la sua amarezza e per la sua totale mancanza di speranza. Oltre che per la sua incredibile lungimiranza. George Orwell aveva una sfera di vetro, altrimenti non si spiega la sua analisi politica e sociale. L’analisi di un inglese spaventato dal comunismo e dal fascismo, certo. Ma anche quella di qualcuno che vede nell’uomo qualcosa di terrificante, e lo racconta agli altri. Perché la libertà di stampa è il diritto di dire alla gente quel che non vuol sentirsi dire.
LA LUNA E I FALO’ di CESARE PAVESE:

la guerra non si vince. Nemmeno quando la si vince.
Lessi questo libro al liceo, assegnatomi dalla mia professoressa di italiano. E’ un libro splendido ma tristissimo. Malinconico, fallimentare. C’è un senso di perdita, un dolore molto vero, quello di Pavese, che te lo fa provare sulla sua pelle non so come. Vorrei aggiungere altro ma devo andare a piangere, scusatemi.

I FRATELLI KARAMAZOV di Fëdor Michajlovič Dostoevskij:

questo è stato il primo libro, e finora unico, che mi ha fatto dimenticare Moby Dick. La grande storia eterna del complesso d’Edipo, intrisa di Freud e di psicanalisi, ma con un tema molto profondo al centro: la lotta tra ateismo e fede. Nessuna delle due cose cede o vince. I tre fratelli sono le tre teste di Dostoevskij. Il corpo, Dimitri, la testa, Ivan, lo spirito, Aleksej. Ho i miei dubbi che dopo questo libro potrà mai essere scritto qualcosa di così grande e bello.
Questi libri non sono solo belli, sono stati anche importanti nella mia crescita come persona. Hanno scandito delle tappe della mia vita. Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate e soprattutto se avete avuto anche voi esperienze simili con altri libri o anche con questi.
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