
Se “Alice nel Paese delle Meraviglie” è un romanzo complesso e di difficile interpretazione, “Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò” è impossibile. E’ troppo onirico e troppo fuori di testa. Può essere detto tutto i contrario di tutto, riguardo questo libro.
Alice durante i suoi giochi passa attraverso lo specchio e entra nel mondo alla rovescia dello specchio, a giocare a scacchi nella scacchiera.
Nel secondo capito Alice incontra quasi all’inizio i fiori parlanti e in seguito l’alta Regina Rossa (che corrisponde alla Regina Nera degli scacchi, solo che Carroll fa riferimento agli scacchi rossi e bianchi).
Alice infatti non rappresenta tutte le bambine. Alice è una bambina molto particolare e unica nel suo genere. Un outsider molto burtoniana ante-litteram. E i fiori parlanti sono il bullismo tutto al femminile.
Gli altri fiori rappresentano le altre bambine, con un’idea di sé stesse e di femminilità completamente diverso. Sono rappresentazione di una rivalità femminile.
Sono fiori, sono lato estetico, guardano Alice e la giudicano per l’aspetto o per il fatto che è troppo bambina. Quello che sta subendo è un sottile bullismo da ragazze ordinarie e coalizzate che si atteggiano da fiori. Da un gruppo di ragazze che finge di accettarla ma che individua subito in lei un corpo estraneo. Perciò la fa sentire inadeguata. Non è un bullismo fisicamente violento, è un bullismo tutto psicologico.
Non a caso alta sopra tutti, indicata come il fiore più maestoso, c’è la Regina Rossa.
La Regina Rossa ha sempre creato una confusione di massa con la Regina di Cuori del primo libro.
Ma sono due personaggi completamente diversi. La Regina di Cuori è l’adulta che se la prende con i bambini e collerica, li terrorizza a morte. Ma in fin dei conti è innocua, le sue minacce vengono smentite dal Re di Cuori, non ha un reale potere, è una moglie annoiata e repressa.
La Regina Rossa invece è molto più cattiva. Impartisce ad Alice lezioni ed educazione, facendola sentire sempre inadeguata. Le da regole e le impone un atteggiamento che non le appartiene. I fiori vorrebbero essere lei, aspirano a lei. Al contempo la Regina Rossa è folle, perché si muove in continuazione senza una reale ragione, inseguendo comportamenti inutili.
E’ una Regina di un castello di carte molto più di quella di cuori paradossalmente.
Il tipo di donna che al tempo di Carroll veniva imposto alle bambine. Anche a quelle originali come Alice. Perché Alice non è tutte le bambine, Alice è una pura eccezione di originalità. Per questo l’amiamo.
Ma quello che amo di questo episodio è come venga affrontato il bullismo nel mondo femminile. Una guerra silenziosa, per nulla simile a quello che associamo alla violenza. Eppure molto presente tra le Alici della nostra società. I fiori parlanti sono ovunque, ma sono soprattutto quel gruppo che si crea durante la preadolescenza. Preadolescenza dalla quale Alice fugge proprio all’inizio di “Attraverso lo specchio”. Per arrivare allo scontro con la Regina Rossa che è cattiva e inesorabile pur mai mostrandosi come tale.
L’ape regina in un mondo di fiori.
Solo per aver dato questa voce al mondo femminile, in questo modo, Carroll dovrebbe essere ricordato come il grande genio quale è. Perché vede in quel mondo qualcosa che nessuno considerava mai, ed elabora una metafora semplicemente geniale.
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