[ALLERTA SPOILER]

Di fronte a Jesper Fahey mi sento come una mamma che si vergogna a fare preferenze su un figlio particolare a discapito degli altri. Perché in realtà amo tutti gli Scarti di Sei di Corvi.
Jesper è un tiratore provetto, ma è inaffidabile perché è ludopatico e bugiardo. Fa parte della cerchia più ristretta di Kaz Brekker nella città di Ketterdam assieme a Inej, della quale è talvolta geloso per via dello stretto legame con Kaz.
Jesper è un Grisha, ha dei poteri che gli permettono di manipolare la materia e gli oggetti. Tuttavia essendo stata sua madre una Grisha lei stessa ed essendo morta a causa del suo potere, Jesper lo ha sempre represso. Quel potere però gli rimane nelle ossa, nelle vene, nei proiettili delle pistole con cui è tanto abile. Il gioco d’azzardo stesso è una valvola di sfogo. Tutti i personaggi di Sei di Corvi sono davvero ben costruiti e si incastrano bene l’uno con l’altro.
Ma secondo me Jesper è quello che compie l’evoluzione maggiore. Grazie alla presenza di Wylan riesce a migliorarsi ed ad accettarsi. La Bardugo riesce a descrivere un tipo di amore, e legame affettivo, che ti migliora come persona. E questo non è facile. Non è per niente facile rendere l’idea di due persone che riescono a tirare fuori il meglio l’uno dall’altra. Anche perché nel primo libro la relazione tra Wylan e Jesper era per lo più un flirt. Con un adorabile Jesper che tentava in tutti i modi di provocarlo. Si capiva che si sarebbe sviluppato qualcosa di più, però era solo un flirt.
Nel secondo libro invece l’evoluzione della loro storia è profonda ma graduale. Anche attraverso l’accettazione delle loro disabilità e debolezze, Wylan non sa leggere e Jesper e ludopatico, perché ha dovuto reprimere la sua natura Grisha. L’arrivo di suo padre l’ho sempre trovato molto debole ai fini della narrazione, perché ci mostra quanto siano piccoli d’età i personaggi e toglie loro la credibilità. Tuttavia è molto importante per l’evoluzione del personaggio di Jesper, messo davanti alla realtà che finalmente deve confrontarsi con sé stesso. Il padre di Jesper si ritrova invischiato nei suoi guai, ma pur conoscendo la realtà, finisce per accettarla. Ponendo fine al continuo nascondersi di Jesper. Riconosce anche nel suo legame con Wylan l’influenza positiva che il ragazzo ha esercitato in lui. La conclusione dei due è infine molto bella, seppur così facendo i ragazzi si distaccano dal resto del gruppo che di fatto si sfalda. Cosa che non ho gradito molto. Ma perché secondo me la Bardugo ha commesso errori con il finale in generale, e questo è un altro discorso.
Nella serie tv Jesper ruba letteralmente la scena. E’ più caricaturale rispetto ai libri. Tutto composto da tic, gestualità, egocentrismo e ricerca di attenzione. Però è al contempo adorabile, ruba la scena a un Kaz ancora troppo poco inquadrato, e a un Inej perfetta dal punto di vista estetico, ma poco espressiva e capace dal punto di vista recitativo. E’ stata forse la cosa che ho gradito di più nella serie televisiva insieme alla capra.
Attenzione, diceva Chaplin, a recitare con un bambino o con un animale, ti rubano la scena. E aveva ragione.
Rispondi